giovedì, maggio 23, 2024

LA MOSTARDA: UNA GOLOSO PREPARATO DERIVATO DALL'ANTICA RICETTA DI CONSERVAZIONE DELLA FRUTTA, QUANDO IL FRIGO NON ESISTEVA.


Oristano 23 maggio 2024

Cari amici,

La “MOSTARDA” è oggi considerato un prodotto eccellente del nostro ricco patrimonio culinario. Viene preparata mettendo insieme una bella varietà di frutta (la cui preparazione varia a seconda delle coltivazioni presenti nelle diverse regioni), con ricette, però, alquanto diverse da Nord a Sud. Le sue origini sono molto antiche: risalgono a quando conservare la frutta fuori dalla sua stagione non era facile, in quanto non esisteva la catena del freddo che noi oggi ben conosciamo. I contadini allora dovevano fare i conti con i mesi invernali, e per questo trovarono il sistema per conservare e far durare la frutta il più a lungo possibile.

Si, amici, l'origine di questa preparazione affonda le radici nella storia, arrivando sino agli antichi romani che, per conservare la frutta, utilizzavano come conservante il mosto cotto. Non è un caso, infatti che il termine Mostarda derivi dal latino “Mustum Ardens”, che stava a significare mosto ardente, ovvero piccante. L'usanza di aggiungere alla frutta, in modo più o meno generoso, un pizzico di senape per rendere piccante la preparazione, dovrebbe, però, risalire al Medioevo, o al Rinascimento, quando gli speziali dell'area lombarda diedero vita alla prima ricetta della mostarda con la senape.

Quanto al “luogo di origine”, pare che la prima ricetta della mostarda, come la concepiamo noi oggi, sia di invenzione francese; visto il gradimento ottenuto, poi, la ricetta uscì dalla Francia e, arrivata in Italia, fu perfezionata, sviluppandosi nel Seicento e diffondendosi inizialmente nella pianura padana. L’iniziale preparazione della mostarda comprendeva diversi tipi di frutta, con l’aggiunta di dolcificante ed essenza di senape. Il risultato finale fu un prodotto dolce ma molto piccante, che si sposava facilmente con le pietanze salate, come i bolliti di carne misti, i salumi e i formaggi stagionati.

A far aumentare il gradimento della Mostarda contribuì soprattutto il suo sapore particolarmente ricco di profumi primaverili, che in questo modo venivano trasportati nel periodo invernale che ne è privo, rendendo così la mostarda alquanto ricercata. Con queste caratteristiche la mostarda, così profumata, speziata e golosa, diventò l’accompagnamento preferito per formaggi, carni e dolci. Per le feste, in particolare a Natale, (soprattutto per chi d’inverno vive in climi freddi), trovare in tavola quel variopinto piatto di frutta, da aggiungere al bollito misto o all’arrosto e ai formaggi stagionati e ai dolci, è una gioia di non poco conto!

Oggi, amici, sono davvero tanti i tipi di mostarda che possiamo gustare a tavola! Una delle più note è la Mostarda di Cremona, preparata con frutta mista intera oppure tagliata in pezzi grossi. Vedere a tavola quel tripudio di colori e profumi tra mele, pere, ciliegie, mandarini, fichi e cedro non ha prezzo; c’è poi la Mostarda Mantovana, che è a base di mela campanina, una varietà di mela molto piccola che cresce nella terra dei Gonzaga, nota per il gusto dolce-acidulo. Infine, c’è la Mostarda di Voghera, che risulta molto simile a quella cremonese, anch’essa preparata con frutti misti interi e con uno sciroppo leggermente aromatizzato alla senape. Tra le due, la più piccante è quella cremonese.

In Piemonte, invece, la Mostarda cambia nome; nel Monferrato e nelle Langhe, sentirete parlare di COGNÀ, che è una mostarda dal colore bruno, molto vellutata, a base di uva nera di Barbera, Dolcetto o Moscato, mele cotogne, zucca, pere, fichi, prugne, noci, nocciole tostate, scorza d’arancia e di limone; essa risulta molto dolce e non particolarmente piccante. In Romagna, ad accompagnare formaggi stagionati o stracchini, ma anche come ingrediente di crostate o raviole, si usa la mostarda bolognese; risulta ben frullata e densa, preparata con mele cotogne, pere, prugne secche, mandorle sbucciate, uvetta sultanina, cannella e scorza di limone. Arrivando al Sud, soprattutto in Sicilia e Puglia, la mostarda in realtà non ha nulla a che vedere con le “sorelle” nordiche: l’ingrediente principe è il mosto, accompagnato da noci e fichi.

E non è tutto, amici lettori, perché col tempo è nata anche una variante particolare: al posto della frutta c’è la verdura! Insomma, dalla classica ricetta della mostarda di frutta, si è arrivati a quella di verdura, con l’utilizzo della verdura di stagione, diversa a seconda della zona di preparazione e del periodo. Gli ortaggi che meglio si prestano alla lavorazione sono: zucca, cipolle, peperoni, finocchi, cavolfiori, carote, cetrioli, melanzane e pomodori. A un chilo di verdura sbucciata e pulita si aggiungono zucchero o miele, vino bianco secco, senape e succo di limone. Una sorta di giardiniera ma più ben più corposa e dal sentore dolce-piccante piuttosto che acidulato. Una variante, pensate, alquanto gradita!

Cari amici lettori, da noi in Sardegna la Mostarda non è molto usata, anche se, personalmente, credo che sia, davvero, un eccellente prodotto, capace di accompagnare e insaporire diversi piatti della nostra cucina.

A domani.

Mario

 

 

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