venerdì, maggio 19, 2023

IL SUPRAMONTE DI URZULEI: REGNO DEI GRANDI ALBERI DELLA SARDEGNA. IN QUESTO LUOGO SELVAGGIO, TRA CANYON E RAPACI, VIVE UNO DEI TASSI PIÙ GRANDI E LONGEVI D’ITALIA.


Oristano 19 maggio 2023

Cari amici,

La Sardegna, terra di formazione antichissima, in passato è stata ricchissima di alberi, e anche oggi, nonostante i disboscamenti del 1.800, è una delle Regioni che è riuscita a conservare una superficie boschiva di prim’ordine. Questo ha consentito la sopravvivenza nella nostra isola di un gran numero di alberi monumentali, dei veri giganti per dimensioni e per longevità. Le superfici boschive, come sappiamo, sono da sempre i polmoni della terra, che, oltre a difendere l’ambiente, creano quel contatto psico-fisico tra l’uomo e l’albero, all’interno di una empatica dimensione spirituale. Uno dei punti dell’isola dove i giganti ultracentenari sono più presenti è senza dubbio il “Supramonte”, in particolare il Supramonte di Urzulei.

Amici, il Supramonte Urzulei si estende per 4.830 ha nella parte montana e per 1180 ha in quella marina. Nella parte orientale il rio Flumineddu ha scavato per 22 km un canyon che origina la gola di Gorroppu, al confine con i territori di Orgosolo. Le pareti in verticale sono alte circa 450 m, ed è una delle gole più profonde d'Europa. Altra gola che sprofonda nella grotta - inghiottitoio chiamata S' Ingurtidorgiu de Orbisi, è il letto asciutto della Codula Orbisi. Durante le abbondanti piogge invernali vi convogliano le acque provenienti dal bacino del Supramonte di Urzulei e dalle montagne di Talana. Le piene torrentizie dopo aver percorso circa tre km all'interno dell'omonima grotta, riaffiorano in superficie formando una cascata alta circa 70 metri chiamata Su Cunnu e s'Ebba e, circa un chilometro più a valle, la cascata conosciuta come Sa Giuntura.

Si, amici, il Supramonte di Urzulei è una straordinaria meraviglia della natura, dove in passato albergava una delle zone boschive più folte della Sardegna (abitate da pastori che vivevano in "Su Pinnetu"), anche se i dissennati tagli boschivi effettuati nel XIX secolo hanno decimato questo patrimonio. Oggi questo patrimonio forestale che si è salvato è comunque importante, e le ampie distese circostanti di nuda roccia fanno sembrare gli antichi alberi superstiti dei testimoni sopravvissuti al glorioso passato. Ora, però, molte nuove piante stanno lentamente crescendo, cercando di ripopolare quell’aspro territorio per ricreare una nuova, lussureggiante foresta.

In questo straordinario ambiente, il visitatore, mentre cammina sui bellissimi ciottoli bianchi chiamati “sa codula manna”, che altro non sono che il letto pietroso di un antico fiume scavato nella roccia che, solo pochi chilometri più a valle, si unirà al canyon di Gorropu, vedrà volteggiare nell’aria numerosi colombacci e piccioni selvatici, seguiti, però, incessantemente da una sagoma inconfondibile: l’astore sardo che sta iniziando la sua caccia. Questo rapace, presente nell’isola con la sottospecie Accipiter gentilis arrigonii, ha trovato nei boschi del territorio di Orgosolo l’habitat ideale per la nidificazione. L’astore, per sua natura, è una specie schiva ed elusiva, e il suo avvistamento è sempre emozionante.

Ebbene, amici, in questo fantastico territorio, si erge ancora maestoso e forte uno dei tassi più grandi e longevi d’Italia. Si, amici, si trova proprio nel Supramonte di Urzulei un antichissimo “Tasso”. albero unico e raro: vive da centinaia di anni in questo aspro territorio ed è un vero e proprio monumento vivente: longevo e spettacolare, con il suo fusto maestoso e le sue fronde rigogliose. Il suo tronco nodoso e ingarbugliato è lungo ben 28 metri, un vero e proprio spettacolo della natura! Per età e altezza è un esemplare unico in Sardegna; si trova a Neul’a coro, a 1100 metri di altitudine, nel costone di Oddeu, non lontano dal Flumineddu e dal canyon di Gorropu, dove sono presenti diversi altri tassi secolari. I tassi millenari in Sardegna sono dichiarati monumenti naturali.

Il tasso, amici, è purtroppo conosciuto come albero della morte; lo è perché tutta la pianta, escluso l’arillo (molto appetito dagli uccelli) è molto tossica, contenendo una sostanza mortale, la tassina, da cui deriva il nome volgare. Quelli che sembrano i frutti in realtà sono degli arilli: delle escrescenze carnose che ricoprono il vero seme; inizialmente verdi, ma carnosi e rossi a maturità, gli arilli contengono un solo seme, duro e molto velenoso, mentre la polpa, invece. è innocua e commestibile. Albero sempreverde, alto 15-18 m, può raggiungere dimensioni maggiori in esemplari molto vecchi (come nel caso di cui parliamo sito nel Supramonte di Urzulei.

A quest’Albero maestoso vengono attribuiti più di mille anni, anche se in realtà, secondo il parere degli esperti, di anni ne dovrebbe avere all’incirca 500, portati comunque magnificamente. Il tasso è una pianta ornitogama: che significa che il vettore della riproduzione è rappresentato dagli uccelli. I volatili, ghiotti dell’arillo, se ne nutrono quando quest’escrescenza che ricopre il seme è rosa e carnosa; mentre digeriscono la polpa, il seme attraverso con la defecazione viene espulso nel terreno, dando origine a un nuovo esemplare di tasso. Il tasso, pertanto, servendosi degli animali per riprodursi, è una pianta zoofila. Senza gli uccelli gli arilli cadrebbero al suolo e non crescerebbero per la mancanza di luce e la concorrenza della pianta madre.

Cari amici, la nostra amata Sardegna è davvero straordinaria: una miniera ricca e ancora tutta da scoprire!

A domani.

Mario

 

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