domenica, aprile 23, 2023

LA SCUOLA CHE CAMBIA: MEGLIO VALUTARE GLI STUDENTI DANDO LORO UN GIUDIZIO DI MERITO ANZICHE' DEI VOTI DA 1 A 10. MA DOVE STA, IN REALTÀ, IL CAMBIAMENTO?


Oristano 23 aprile 2023

Cari amici,

Una volta, studiando la matematica a scuola, il professore sosteneva la regola che “Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”. La regola richiamata dal docente altro non era che l’evidenziazione della proprietà commutativa, una proprietà algebrica che caratterizza l'addizione e la moltiplicazione, e stabilisce nel primo caso che cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, nel secondo che cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.

Ho voluto utilizzare la regola della “proprietà commutativa” per parlarvi oggi di un esperimento, portato avanti in un Liceo di Mestre, inteso a cambiare la metodica di valutazione degli alunni. Un esperimento che, però, ha fatto molto discutere i genitori dei ragazzi. L’iniziativa, presa nel Liceo “Giordano Bruno” dal corpo insegnante, intende cambiare il metro di giudizio di merito finora applicato nei confronti dei ragazzi; una decisione, a loro dire, presa per salvaguardare la salute mentale degli studenti dell’Istituto. Finora il “metro di giudizio” universalmente utilizzato è, come sappiamo, la valutazione numerica, ovvero con l’assegnazione di voti da 1 a 10. Con la ventilata innovazione, invece, anche se in realtà i voti non saranno del tutto eliminati, essi verranno sostituiti con dei “giudizi”, che, a quanto pare, saranno “giudizi meno severi e categorici”, e questo per evitare agli studenti lo stress dato dalla valutazione numerica.

Ciò significa che, attraverso questa “trasformazione”, seppure da un lato gli alunni continueranno a fare le verifiche stabilite dagli insegnanti, al termine di queste, che siano interrogazioni, compiti o chiamate alla lavagna, nei loro confronti non ci sarà più la temuta o cercata casella con la numerazione da 1 a 10, ma un giudizio espresso con un giro di parole che – a dire degli insegnanti – sarà, pensate, per loro meno traumatico!

Questo innovativo modo di dare agli studenti il previsto giudizio di merito “a parole e non con i numeri”, dovrebbe evitare loro le “Crisi d'ansia per i voti”! Con il nuovo sistema gli studenti leggeranno, magarti scritto con penna di colore verde, i positivi “risultati raggiunti”, oppure, vergati con la penna rossa, i giudizi espressi con “preparazione da migliorare”. In aggiunta, piccoli dettagli, come “annotazioni mirate” tipo “non funziona la sintassi” oppure “la riflessione va approfondita”. Il voto ritornerà quindi, però solo a fine quadrimestre e sarà scritto direttamente in pagella.

Amici, che ne dite della soluzione “antistress” introdotta presso il Liceo “Giordano Bruno” di Mestre, concordata dai vari docenti? Per la dirigente scolastica, Michela Michieletto, la modifica adottata consentirebbe di “aiutare a gestire lo stress dei ragazzi; insegnare agli alunni a non vivere un cattivo giudizio in aula come un incidente demotivante nel cammino che porta alla maturità”. I docenti delle classi prime del liceo hanno sottoposto la discussione ai genitori prima e ai consigli di classe poi. Anche la preside è apparsa favorevole: “Ci pensavo da un po’ ad attivare una sperimentazione di questo tipo, ora abbiamo trovato l’occasione. Abbiamo scelto alcuni contesti particolari, alcune classi specifiche”.

Amici, come accennavo prima, ho introdotto la riflessione di oggi parlando della “proprietà commutativa”. Io credo che anche i genitori si siano posti, in realtà, i miei stessi dubbi: a che serve, davvero, questo cambiamento, che intende usare le parole anziché i numeri? Siamo sicuri che il ragazzo, leggendo il giudizio, sia maggiormente stimolato a migliorarsi, rispetto a quando, in presenza di un 4 o di un 5 sapeva bene quanto mancava a raggiungere la sufficienza?

Cari amici, personalmente non ho mai creduto ai cambiamenti di facciata, ma a quelli che realmente e concretamente sono in grado di garantire metodiche serie e innovative; penso che una delle cose certamente da migliorare nella scuola sia il rapporto dei docenti con i genitori dei ragazzi, che oggi credo abbia raggiunto un livello alquanto basso. Solo la piena collaborazione tra scuola e famiglia potrà migliorare la formazione degli studenti, che oggi vivono lo scollamento che ben conosciamo e che di certo causa più stress che leggere un voto come un 4 o 5 sul compito.

A domani.

Mario

 

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