sabato, agosto 06, 2022

ARRIVA IL PIÙ MODERNO ED EFFICIENTE “FOTOVOLTAICO BIFACCIALE”, CHE RIDUCE DRASTICAMENTE LA NECESSITÀ DI BATTERIE DI ACCUMULO DELL'ENERGIA.


Oristano 6 agosto 2022

Cari amici,

La produzione di energia ricavata dal solare fotovoltaico cresce e si rinnova in continuazione, così da soddisfare la sempre maggiore richiesta di energia elettrica. Nuove tecnologie vengono studiate e si fanno strada, aumentando l’efficienza degli impianti fotovoltaici, con una interessante novità: l’esposizione bifacciale dei pannelli alla luce solare. In realtà l’idea di realizzare un “fotovoltaico bifacciale” risale ad alcuni anni fa, ma la sua diffusione in Italia risulta più recente. Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

Un pannello bifacciale è un particolare tipo di pannello fotovoltaico, composto da celle con doppia faccia in silicio cristallino che, grazie all’esposizione al sole da entrambi i lati, produce più energia. Con questa tecnologia, l’efficienza del sistema aumenta, senza che il costo diventi eccessivamente elevato, grazie al fatto che la produzione di queste celle non si allontana molto da quello per le soluzioni tradizionali. Il pannello può essere rivestito in vetro su entrambi i lati, anche se si sono poi fatte sperimentazioni con altri materiali, come alcuni tipi di plastica trasparente. Quanto al posizionamento, questi pannelli possono essere messi in opera a terra, sulle coperture o anche sulle facciate, con inclinazioni variabili e con una maggior efficienza rispetto ai pannelli tradizionali.

Questo nuovo tipo di pannello, come sostiene un team di ricercatori dell’Università di scienze applicate di Lipsia, riesce ad ottimizzare la produzione di energia, cambiando di fatto le modalità di installazione dei moduli fotovoltaici. I nuovi pannelli, stando a quanto pubblicato sulle pagine della rivista Science Direct, sono caratterizzati da due facce e per questo possono esser installati anche in posizione verticale, con orientamento est-ovest. I picchi di potenza, con questa configurazione, potranno essere raggiunti nelle ore mattutine e serali, alleggerendo il peso degli impianti fotovoltaici sulle reti elettriche, con un minor bisogno dei grossi set di batterie per lo stoccaggio energetico.

Come spiega Sophia Reker, responsabile del gruppo dei ricercatori, i nuovi moduli consentiranno di migliorare non soltanto l’efficienza energetica ma anche tangibilmente la relazione di queste tecnologie con l’ambiente. Un normale impianto fotovoltaico viene inclinato e rivolto rigorosamente a sud, con un angolo compreso tra 20 e 35 gradi; questo, fino ad oggi, era il solo modo per garantire ad un impianto la massima resa. Un impianto di questo tipo però, produce buona parte dell’energia durante le ore centrali della giornata, e, in estate, dove la produzione è superiore al fabbisogno, risultano necessari sistemi di accumulo estremamente costosi.

Il gruppo di ricerca di Lipsia ha trovato però una soluzione con i “Moduli fotovoltaici bifacciali, che – come spiega la Reker - possono utilizzare l’energia solare da entrambi i lati. Installati con orientamento est-ovest, la maggior parte dell’elettricità viene generata al mattino e alla sera. Ciò ridurrebbe la necessità di stoccaggio di elettricità e allo stesso tempo minimizzerebbe la quantità di terreno necessaria per la generazione di elettricità”.

Il team ha tenuto in seria considerazione l’orientamento dei moduli, così da ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale. Con i pannelli verticali a doppia faccia, nonostante si perda di un fattore da 4 a 5 la potenza installata per area, il doppio uso del suolo - produzione elettrica ed agricola - consentirebbe di sfruttare una moltitudine di terreni destinati alla produzione di cibo. Secondo gli esperti l’utilizzo dei nuovi moduli consentirebbe ad un paese come la Germania di incrementare la produzione energetica da solare portandola dagli attuali 58 GW a 400 GW entro il 2030. C’è poi un altro motivo da non trascurare. I nuovi pannelli verticali con orientamento est-ovest, conclude la responsabile dello studio, consentono una “minore capacità di storage o un minore utilizzo delle centrali elettriche a gas. Senza alcuna opzione di stoccaggio è possibile una riduzione delle emissioni complessive di anidride carbonica fino a 10,2 Mt/a”.

Cari amici, secondo i dati in un anno il fotovoltaico ha generato più di 24 mila GWh, contro i 22 mila dell’anno precedente. Questa energia ha permesso di soddisfare circa il 7,6% della domanda elettrica nazionale e, sommandosi alle altre fonti rinnovabili, la copertura sale al 35%. Gli obiettivi per il 2030, però, sono ancora da raggiungere ed è fondamentale investire in nuove tecnologie, migliorare quelle esistenti e incentivare l’installazione di sistemi per la produzione di energia pulita. Ben vengano, dunque, i pannelli solari bifacciali!

A domani.

Mario

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