venerdì, settembre 22, 2017

“BUONI PASTO” E SPENDIBILITÀ: COSA CAMBIA DA QUESTO MESE. ORA SI POSSONO UTILIZZARE ANCHE NEGLI AGRITURISMO.



Oristano 22 Settembre 2017
Cari amici,
A partire dal 9 Settembre è entrato in vigore il Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico che rivoluziona la materia dei ticket restaurant, forniti dai datori di lavoro ai propri dipendenti in sostituzione del servizio di mensa. La nuova normativa prevede innanzitutto il superamento del divieto (finora sostanzialmente inapplicato) di cumulabilità dei buoni pasto: mentre prima se ne poteva utilizzare uno solo al giorno, d'ora in poi ogni lavoratore potrà usare fino a otto buoni alla volta.
La riforma, inoltre, estende l'ambito di utilizzo anche ad esercizi finora esclusi. Oltre a supermercati, bar e pizzerie, da questo mese i buoni pasto potranno essere usati - sempre per la somministrazione di alimenti e bevande - anche in agriturismi, mercati e attività di itti turismo. Resta valido, invece, il divieto di cederli ad un'altra persona e di utilizzarli nelle giornate in cui non si è in ufficio. I buoni pasto infatti, si legge nell'articolo 4 del Decreto, "non sono cedibili" né "commercializzabili o convertibili in denaro" e sono "utilizzabili solo dal titolare".
Resta ferma anche l’esclusione della possibilità di resto: essi "sono utilizzabili esclusivamente per l'intero valore facciale", ovvero il valore dell'importo specificato sul buono, escludendo così la possibilità di utilizzo parziale con resto. "Le società di emissione - aggiunge il provvedimento - sono tenute ad adottare idonee misure antifalsificazione e di tracciabilità del buono pasto".
Si, amici, d’ora in poi la spesa al mercato rionale, il pranzo all’agriturismo, i diversi acquisti nello spaccio aziendale, saranno possibili con l’utilizzo dei ticket. Insomma, i buoni pasto da oggi diventano una vera e propria moneta. 
Il Decreto del Ministero dello Sviluppo ne ha ampliato l’ambito di utilizzo anche per servizi e venditori che finora ne erano esclusi, imponendo però il tetto degli otto ticket giornalieri. A conti fatti, considerando che i ticket mensa hanno in media un valore facciale di 5-6 euro, non si potrà pagare con i buoni per un importo superiore ai 40 euro circa.
Tutto sommato credo che questa norma, per quanto di valore modesto possa dare una piccola spinta ai consumi. Il principale ostacolo a questo processo di liberalizzazione è dato dall’offerta. Perché chi deve accettare i buoni mensa (che sono esentasse), se cartacei fino al limite di 5,29 euro e se elettronici fino a 7 euro, deve fornire un servizio, un prodotto, un pasto anticipandone i costi e aspettando il rimborso da parte delle società.
Si, in effetti molti nodi restano, e riguardano non tanto i marchi della grande distribuzione, ma i piccoli negozi, gli artigiani, gli agriturismi e così via, che d'ora in poi possono accettarli (è un’indicazione facoltativa, non un obbligo), ma saranno chiamati a confrontarsi sia con i costi occulti (commissioni) stabiliti dalle società  emittenti (fra le più importanti la Edenred, la Sodexo e Qui Group), che variano a seconda delle loro politiche commerciali e della loro velocità nel disbrigo delle pratiche amministrative, che con i tempi di incasso dei ticket, che variano dai tre a sei mesi.
Tra commissioni e tempi di incasso non è infrequente un certo disappunto in chi li deve ricevere al posto del denaro: se la grande distribuzione riesce ad attenuarne, considerati i volumi, il peso contabile del loro valore, i piccoli esercenti rischiano di venirne stritolati. Piccoli negozianti, gestore di tavole calde, agriturismo, di fronte a tempi lunghi d’incasso e di percentuali che vanno dal 13 al 20 per cento del valore facciale del buono, spesso preferiscono non accettarli, perdendo in questo modo una buona fetta di clientela che ammonta, secondo alcuni calcoli, a 2,5 milioni di lavoratori, tra Pubblica Amministrazione e aziende private.
Cari amici, nonostante le nuove norme, scappatoie ne resteranno; anche se il Decreto stabilisce la non cessione a terzi, credo che difficilmente i cassieri che li introitano si faranno parte attiva nel verificare la liceità del presentatore. Sarà un po' come prima, quando si poteva accettare un solo buono e se ne accettavano anche una dozzina! il rischio è che prenda forma una moneta parallela a quella corrente, incentivata anche dalle aziende, perché retribuzione indiretta, esentasse (e de-contribuita), concessa al termine di un lungo periodo di retribuzioni ferme al palo. 
Sarà compito degli organismi di Vigilanza monitorarne l’utilizzo e impedirne gli abusi.
Grazie, amici, a domani.
Mario

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