Oristano
28 Settembre 2015
Caro Mario,
oggi il dialogo più che con
i miei lettori è in primo luogo con Te! Mario, sei stato un grande educatore, non solo sportivo, che negli anni della
mia giovinezza hai avuto il compito non solo di insegnarmi gli “obbligatori”
esercizi ginnici, ma anche, cosa più importante, ti sei assunto l’impegno di farmi diventare uomo, cercando di farmi
capire molte cose della vita che allora io, forse, ancora non conoscevo bene. E dire
che il primo approccio con Te non fu dei più teneri! Ero allora uno studente
pendolare (viaggiavo da Bauladu) e il giorno delle lezioni di educazione fisica
ero costretto a restare tutta la sera “buttato” ad Oristano, mangiando
un panino e rientrando a casa a tarda sera con il pullman. Inizialmente, come ben ricorderai, cercai
anche con qualche artifizio di farmi “esonerare” dalle lezioni di educazione fisica, ma il
tentativo da me messo in atto fallì miseramente. Tu, conscio della mia poca
vocazione per lo sport, iniziasti subito a “lavorarmi alle corde”, anche se in modo
molto professionale; utilizzasti un metodo collaudato, quello del bastone e della carota,
una sorta di “carezza in un pugno”, e
la Tua costanza fu, in tempi brevi, ripagata.
Uno dei metodi “stancanti”
che adottasti fu quello dei giri di campo. Quando dopo pranzo iniziavano le lezioni, appena Ti accorgevi del mio modo “scazzato” di fare gli esercizi, non ti mettevi ad urlare, non usavi
atteggiamenti particolarmente aggressivi, ma mi chiamavi da parte e, con molta
calma, domandandomi se avevo “digerito male” il panino mangiato a pranzo, mi
invitavi, proprio per aiutare la digestione, a fare tre giri di campo! Era una
bella medicina e, in poco tempo, mi fece bene: il mio atteggiamento cambiò non poco e il
nostro rapporto migliorò sensibilmente. Grazie Mario, con me sei stato davvero un grande, e te ne sarò sempre grato!
Cari amici, il tempo passa inesorabile. Dopo la scuola ognuno
di noi prese la sua strada. Ci ritrovammo molti anni dopo, diventando amici; io mi ero
realizzato in Banca, mentre Lui, dopo un cursus honorum brillantissimo, era
diventato Presidente Provinciale del CONI (carica che mantenne per oltre trent’anni),
continuando ad operare in campo sportivo fino all’ultimo, con grande attivismo.
Ieri, quasi in
silenzio, in una delle prime giornate d’autunno, portato via da un male
incurabile, Mario sen è andato: aveva 84 anni, essendo nato ad Oristano il 17 Giugno
del 1931. Mario è stato sicuramente uno dei personaggi più importanti dello
sport oristanese. Per tutti, amici e conoscenti, però, era semplicemente il Professore.
Con lui sono cresciute schiere di giovani atleti, tecnici e dirigenti sportivi,
che oggi lo rimpiangono, come lo rimpiangiamo tutti, avendone apprezzato le sue
grandi doti umane e sportive.
Oltre la mia modesta
riflessione voglio ora riportare su questo Blog quella di un personaggio ben più
importante: Beppe Meloni, giornalista e scrittore, profondo conoscitore dei
personaggi della nostra Provincia. Beppe, che lo conosceva bene, così
scrive di Mario Baroli.
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“Grazie Mario per il tuo impegno di vita”
(di Beppe Meloni)
Se un merito va riconosciuto a Mario Baroli, amico carissimo
di una vita, di chiara estrazione severiniana, trent’anni alla presidenza del
CONI, stella al merito dello sport e ginnasta di alta classe, è quello di aver
contribuito profondamente allo sviluppo dello sport isolano nel segno del
rinnovamento nella continuità. Superando il paternalismo delle strutture
tradizionali, quando anche in casa nostra, in Sardegna, si è fatto strada un
nuovo modello di organizzazione sportiva. Con la consulenza e la partecipazione
allo sviluppo delle strutture provinciali del CONI, Mario Baroli, di questo
processo innovativo, è stato il capofila, anticipando, con una bella storia
personale, proprio nell’Oristanese, tempi e modi di un coinvolgimento generale.
Che ha finito per modificare il modello tradizionale della società sarda e
delle federazioni sportive del CONI nell’isola. Nel quadro di una
collaborazione attiva con tecnici, atleti, dirigenti, insegnanti di educazione
fisica, centri di promozione, circoli sportivi universitari, volontariato.
Nell’ora dell’addio, il saluto più affettuoso a un uomo di sport e di vita, che
ha onorato la città e la Sardegna.
Beppe
………………………………..
Cari amici, oggi ho
riflettuto con Voi su una grande figura dello sport oristanese, abbandonando le
mie classiche giornaliere riflessioni sui fatti e i misfatti della nostra vita
quotidiana. Domani, a Dio piacendo, il dialogo tornerà sui binari ordinari.
Grazie! A domani.
Mario
Oristano che non c'è più: Piazza Roma
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