lunedì, settembre 28, 2015

ADDIO, CARO MARIO BAROLI, EDUCATORE SPORTIVO E MAESTRO DI VITA.



Oristano 28 Settembre 2015
Caro Mario,
oggi il dialogo più che con i miei lettori è in primo luogo con Te! Mario, sei stato un grande educatore, non solo sportivo, che negli anni della mia giovinezza hai avuto il compito non solo di insegnarmi gli “obbligatori” esercizi ginnici, ma anche, cosa più importante, ti sei assunto l’impegno di farmi diventare uomo, cercando di farmi capire molte cose della vita che allora io, forse, ancora non conoscevo bene. E dire che il primo approccio con Te non fu dei più teneri! Ero allora uno studente pendolare (viaggiavo da Bauladu) e il giorno delle lezioni di educazione fisica ero costretto a restare tutta la sera “buttato” ad Oristano, mangiando un panino e rientrando a casa a tarda sera con il pullman. Inizialmente, come ben ricorderai, cercai anche con qualche artifizio di farmi “esonerare” dalle lezioni di educazione fisica, ma il tentativo da me messo in atto fallì miseramente. Tu, conscio della mia poca vocazione per lo sport, iniziasti subito a “lavorarmi alle corde”, anche se in modo molto professionale; utilizzasti un metodo collaudato, quello del bastone e della carota, una sorta di “carezza in un pugno”, e la Tua costanza fu, in tempi brevi, ripagata. 
Uno dei metodi “stancanti” che adottasti fu quello dei giri di campo. Quando dopo pranzo iniziavano le lezioni, appena Ti accorgevi del mio modo “scazzato” di fare gli esercizi, non ti mettevi ad urlare, non usavi atteggiamenti particolarmente aggressivi, ma mi chiamavi da parte e, con molta calma, domandandomi se avevo “digerito male” il panino mangiato a pranzo, mi invitavi, proprio per aiutare la digestione, a fare tre giri di campo! Era una bella medicina e, in poco tempo, mi fece bene: il mio atteggiamento cambiò non poco e il nostro rapporto migliorò sensibilmente. Grazie Mario, con me sei stato davvero un grande, e te ne sarò sempre grato!
Cari amici, il tempo passa inesorabile. Dopo la scuola ognuno di noi prese la sua strada. Ci ritrovammo molti anni dopo, diventando amici; io mi ero realizzato in Banca, mentre Lui, dopo un cursus honorum brillantissimo, era diventato Presidente Provinciale del CONI (carica che mantenne per oltre trent’anni), continuando ad operare in campo sportivo fino all’ultimo, con grande attivismo.
Ieri, quasi in silenzio, in una delle prime giornate d’autunno, portato via da un male incurabile, Mario sen è andato: aveva 84 anni, essendo nato ad Oristano il 17 Giugno del 1931. Mario è stato sicuramente uno dei personaggi più importanti dello sport oristanese. Per tutti, amici e conoscenti, però, era semplicemente il Professore. Con lui sono cresciute schiere di giovani atleti, tecnici e dirigenti sportivi, che oggi lo rimpiangono, come lo rimpiangiamo tutti, avendone apprezzato le sue grandi doti umane e sportive.
Oltre la mia modesta riflessione voglio ora riportare su questo Blog quella di un personaggio ben più importante: Beppe Meloni, giornalista e scrittore, profondo conoscitore dei personaggi della nostra Provincia. Beppe, che lo conosceva bene, così scrive di Mario Baroli.
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“Grazie Mario per il tuo impegno di vita”
(di Beppe Meloni)

Se un merito va riconosciuto a Mario Baroli, amico carissimo di una vita, di chiara estrazione severiniana, trent’anni alla presidenza del CONI, stella al merito dello sport e ginnasta di alta classe, è quello di aver contribuito profondamente allo sviluppo dello sport isolano nel segno del rinnovamento nella continuità. Superando il paternalismo delle strutture tradizionali, quando anche in casa nostra, in Sardegna, si è fatto strada un nuovo modello di organizzazione sportiva. Con la consulenza e la partecipazione allo sviluppo delle strutture provinciali del CONI, Mario Baroli, di questo processo innovativo, è stato il capofila, anticipando, con una bella storia personale, proprio nell’Oristanese, tempi e modi di un coinvolgimento generale. Che ha finito per modificare il modello tradizionale della società sarda e delle federazioni sportive del CONI nell’isola. Nel quadro di una collaborazione attiva con tecnici, atleti, dirigenti, insegnanti di educazione fisica, centri di promozione, circoli sportivi universitari, volontariato. Nell’ora dell’addio, il saluto più affettuoso a un uomo di sport e di vita, che ha onorato la città e la Sardegna.
Beppe
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Cari amici, oggi ho riflettuto con Voi su una grande figura dello sport oristanese, abbandonando le mie classiche giornaliere riflessioni sui fatti e i misfatti della nostra vita quotidiana. Domani, a Dio piacendo, il dialogo tornerà sui binari ordinari.
Grazie! A domani.
Mario

                                   Oristano che non c'è più: Piazza Roma


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