lunedì, settembre 15, 2014

“GRATTA E VINCI” (MEGLIO…GRATTA E PERDI), LA GRANDE TRUFFA LEGALE DELLE LOTTERIE ISTANTANEE, CHE CREANO DIPENDENZA PIÙ DELLA DROGA!



Oristano 15 Settembre 2014
Cari amici,
il gioco è sempre stato un demone insidioso che “tenta” l’uomo fin dalle sue origini. In tutte le civiltà, la storia ce lo ha ampiamente dimostrato, si è sempre giocato, a prescindere dal censo e dalla disponibilità di danaro o di beni. C’è chi si è rovinato il patrimonio e chi, invece, anche la vita, sperperando nel gioco anche il poco disponibile per dar da mangiare ai propri figli. La cosa che più preoccupa, però, non è il gioco in sé e la sua nascosta pericolosità, quanto il fatto che da noi sia lo Stato, a gestire le più importanti lotterie che oggi a macchia d’olio si sono moltiplicate all’inverosimile.
Di questi tempi l’invito, lo stimolo a giocare, è martellante e insidioso: la pubblicità (oggi la sappiamo fare bene) non tarda a far cadere nuovi “polli nelle rete”. I giochi attuali costituiscono un nuovo e insidiosissimo tipo di droga, che crea forme di dipendenza gravissime, al pari dell'eroina e della cocaina! Si presentano in modo invitante e accattivante: ai soggetti fragili danno l’illusione di una “facile vittoria”, capace di poter trasformare la propria vita. E’ usuale, ormai, vedere persone di ogni ceto sociale entrare dai tabaccai, o nelle edicole ed i bar autorizzati, per uscirne subito dopo con stretto in mano un mazzetto di biglietti “gratta e vinci”. Con il bordo di una moneta, poi, possiamo osservarli grattare nervosamente, con trepidazione, sperando di fare centro. Facile vedere, poi, la delusione sul volto di chi, spesso, si è privato anche dell’indispensabile, per dare corpo alla speranza!
Questa “droga”, però, al contrario delle sostanze stupefacenti tradizionali, non è ritenuta dallo Stato illegale, anzi sotto certi aspetti viene incentivata. Inoltre, pur formalmente vietata ai minori, è facilmente accessibile a questi che, pur non potendo acquistarla, spesso si servono, come per il tabacco e l’alcool, di adulti compiacenti per averla. L'Italia, cosa che non tutti sanno, è stabilmente ai primi posti nel mondo per il gioco d'azzardo. Si stima che un milione di persone siano colpite da “ludopatia”, con un costo sociale di circa otto miliardi di euro, una cifra anche superiore a quanto entra nella casse pubbliche attraverso il PREU (Prelievo erariale unico), l’imposta che grava su questi giochi.
Se lo Stato per impinguare le sue entrate pensava che con le tasse sul gioco avrebbe rabberciato il proprio bilancio, si è sbagliato di grosso. A parte la terribile, tragica e penosa situazione dei giocatori, anche per lo Stato il corposo introito risulta essere solo una pessima partita di giro, per il crescente maggior costo gravante sul Servizio Sanitario Nazionale che deve sostenere e curare le patologie di chi gioca. Per i gestori, invece, guadagni miliardari, e poche briciole per i venditori, ultimo anello della catena. Insomma un risico che, nonostante tutto, fa danni a molti e lascia guadagni a pochi.
I concessionari, quelli che veramente guadagnano, nonostante la legge lo imponga, non forniscono agli utenti le corrette informazioni sul rischio del gioco. Essi non gradiscono che i giocatori conoscano la durissima verità matematica: che, cioè, le possibilità di diventare “mega-miliardari”, “turisti per sempre” o – l'ultima è questa – “proprietari di un appartamento”, sono assolutamente irrisorie (uno zero, seguito da una virgola e altri quattro zeri, prima di un numero). Gli utenti devono invece avere l'impressione di “vincere” qualcosa. Ma la stragrande maggioranza di queste cosiddette “vincite minori” corrisponde quasi sempre a poco più del prezzo dello stesso tagliando Gratta e Vinci.

Sul sito della Agenzia delle dogane e dei Monopoli di Stato campeggia la scritta “Regole chiare, massima trasparenza, sicurezza per tutti”, ma non è proprio così. Il 4° comma del decreto legge del 13 settembre 2012, più noto come “Decreto Balduzzi” (da Renato Balduzzi, ministro della Sanità nel governo Monti), normativa-omnibus che, tra innumerevoli materie sanitarie, regola anche quella delle lotterie, ha previsto che, nei giochi che prevedono vincite in denaro, debba obbligatoriamente essere indicata, “in modo chiaramente visibile”, “la percentuale di probabilità di vincita”. Questa normativa è stata applicata sì, ma in maniera subdola: vediamo perché.
Nella sezione dedicata alle “lotterie istantanee”, si legge: “Probabilità media di vincita delle lotterie nazionali a estrazione istantanea, cosiddette 'Gratta e Vinci': 1 su 3,53”. In pratica, ogni tre-quattro tagliandi, ce n'è uno vincente. Non male, si direbbe. Ma se poi si va a guardare nel dettaglio di uno dei Gratta e Vinci più famosi – il “Nuovo Mega-miliardario” - si scopre che i biglietti con la massima vincita, quella che “cambia la vita”, un milione di euro, sono trenta. E che la probabilità di vittoria è dello 0,00006 per cento. Mentre sono inclusi tra i “biglietti vincenti” quelli che (sono il 35 per cento: 17 milioni su poco più di 50 milioni) prevedono una vincita di 10 euro, cioè pari al costo del tagliando. In sostanza, il sito istituzionale definisce 'vincita' una cosa non lo è. Si tratta, ad essere generosi, di un “rimborso”. Ma, in realtà, non funziona nemmeno come tale. Perché la stragrande maggioranza di quanti vincono questo “rimborso” lo reinvestono immediatamente in un altro tagliando, col risultato che tre volte su quattro lo perdono nuovamente.
Cari amici, in realtà non è vero che si gioca al “Gratta e Vinci”, ma al “Gratta e Perdi”! Chissà se l’universo delle lotterie istantanee, continuerebbe ad esistere in queste percentuali di vendita se gli italiani mettessero a fuoco le reali probabilità di vincita. E che il mercato tiri lo dimostra il fatto che attualmente in Italia esistono ben 46 tipologie diverse di “Gratta e Vinci”, segno inconfutabile di successo sicuro. Del resto la pressante pubblicità dei concessionari, la sete continua di incassi da parte dello Stato e la voglia di tanti di cercare fortuna, “spingono” i gestori a “mascherare” certi dati, non evidenziando le scarsissime probabilità di vittoria.
Intanto le ASL continuano ad attrezzarsi per curare i sempre più numerosi “malati cronici” di gioco, creando reparti speciali a fianco dei drogati da stupefacenti. La cosa sorprendente è che, spesso, è lo stesso “malato di gioco”, il maggior complice del sistema. 
Le vittime, per un meccanismo perverso che ricorda in modo sinistro quello delle vittime di abusi sessuali, si sentono in qualche misura “responsabili” del loro “vizio” e tendono a tenerlo nascosto. Questo mancato pubblico riconoscimento, nonostante il numero enorme di persone rovinate dal gioco, non ha consentito di mettere in piedi una possibile azione risarcitoria, da avviare tramite una Class Action, che pure sarebbe stata tecnicamente possibile. Azione che, forse, avrebbe potuto portare le concessionarie a più miti consigli. Un po' come, dopo molti anni, è accaduto negli Stati Uniti alle aziende produttrici di sigarette, che hanno iniziato a pagare risarcimenti miliardari.
Cari amici, credo che qualcosa debba cambiare, e questo sarà possibile solo con il concorso di tutti. La strada è tutta in salita, lunga e tortuosa: basti dire che oggi, al contrario delle sigarette (dove è ben evidenziato il rischio), le lotterie vengono addirittura pubblicizzate! C’è una cosa che ho letto da poco e che mi sembra oltremodo preoccupante: genitori poco accorti, parenti ed amici, hanno preso l’abitudine di includere, nei regali di compleanno dei ragazzini, alcuni tagliandi dei vari Gratta e Vinci. La cosa mi ha molto turbato: alimentare fin dall'infanzia l'idea che il successo non dipende dall’impegno, dal lavoro e dall'applicazione, ma da un gigantesco colpo di fortuna”, è scandaloso e poco educativo. Colpo di fortuna tra l’altro che è pura illusione, perché, a livello matematico, non arriva quasi mai.
Ciao a tutti.
Mario

1 commento:

  1. sono pure convinta che quelle poche vincite siano anche già pilotate da coloro che gestiscono il gioco...in parole povere i cittadini normali NON vinceranno MAI a nessun gratta e vinci o lotteria in genere, mentre invece qualche "amico e parente" di politici e gestori vincerà sicuramente qualcosa...ovviamente darà in "beneficenza" parte della vincita a chi gliel'ha fatta vincere e al giro da mantenere....... aprite gli occhi !!! Non siate ALLOCCHI!!!

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